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![]() | Correlazione inversa tra il tasso di mortalità estrinseca e la proporzione di morti dovute alla mortalità intrinseca [Traduzione della pagina: "http://www.programmed-aging.org/theory-2/inverse_correlation.htm" dal sito: "http://www.programmed-aging.org"] |
In base ai dati dell'osservazione naturale relativi alle curve di sopravvivenza allo stato selvatico di mammiferi e uccelli,
riportati ed analizzati in una rassegna autorevole e documentata [Ricklefs 1998],
fu descritta una correlazione molto interessante.
In effetti, i dati mostrano una significativa (p < 0.001) correlazione inversa tra la mortalità estrinseca
(m0) e la proporzione di morti dovute alla mortalità intrinseca (mi) (Fig. 1).
FIGURA 1 – Significativa correlazione inversa tra m0 e la proporzione di morti
dovute a mi. I dati sono da [Ricklefs 1998], Tabella 2 (p. 30).
La fig. 7 di Ricklefs (p. 34) è stata ridisegnata. Le ordinate sono in scala logaritmica. I simboli aperti
si riferiscono a specie di mammiferi, quelli solidi a specie di uccelli.
Per le ipotesi non-adattative, come l'Ipotesi dell'Usura e del Logoramento, l'Ipotesi Stocastica, l'Ipotesi
dell'Accumulo di Mutazioni, l'Ipotesi della Pleiotropia Antagonistica e l'Ipotesi del Soma Disponibile,
vi è una chiara predizione:
“Il principale determinante nell'evoluzione della longevità è predetto essere il livello della mortalità estrinseca.
Se questo livello è alto, l'attesa di vita allo stato selvatico è limitata, la forza della selezione si attenua
rapidamente, gli effetti dei geni dannosi si accumulano ad età più precoci, e vi è scarsa selezione per un alto
livello di conservazione del soma. Di conseguenza, l'organismo è predetto che sia di limitata durata della
vita persino quando studiato in ambiente protetto. Al contrario, se il livello della mortalità estrinseca
è basso, si prevede che la selezione posponga gli effetti dei geni dannosi e che indirizzi maggiori risorse
alla costruzione ed alla conservazione di un soma durevole” [Kirkwood & Austad 2000].
Ricklefs chiaramente afferma nella sua discussione (non nel titolo del suo articolo!) che questa previsione è
palesemente contraddetta dalla correlazione inversa osservata tra m0 e la proporzione di morti
dovute a mi [Ricklefs 1998].
Questa contradizzione è stata chiaramente evidenziata [Libertini 2008] e finora
nessuno dei sostenitori delle teorie non-adattative ha formulato (o tentato di formulare) una spiegazione.
Ricklefs ha confermato i suoi dati in un articolo più recente [Ricklefs 2008], tentando
di interpretarli con il dire che "poiché così tanti individui soffrono di morti correlate all'invecchiamento,
sembra che in termini evoluzionistici un'ulteriore posticipazione dell'invecchiamento è impedito da un limitato
potenziale biologico per la prevenzione e la riparazione del declino fisiologico". Questa non-spiegazione
è in palese contraddizione con le affermazioni di Kirkwood & Austad e con la posizione dello stesso Ricklefs nel 1998.
FIGURA 2 – Lo stesso della fig. 1 ma la figura è da [Ricklefs 2008].
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